Come creare efficaci percorsi di apprendimento

Con l’introduzione dei nuovi modelli formativi digitali abbiamo a disposizione un set straordinario di formati che consentono di progettare percorsi formativi di sicuro impatto sulle competenze delle persone.


Eravamo abituato fino a pochi anni fa all’erogazione dei corsi sostanzialmente in aula (o in persona), dove il formatore era colui che decideva gli argomenti e gestiva le lezioni, mentre i discenti avevano l’opportunità di aggiornare le proprie competenze in modo saltuario, limitato al tempo concesso dal corso, su argomenti sostanzialmente tecnici, con poca possibilità di confronto con il proprio ecosistema aziendale (per esempio con i propri pari o persone ritenute esperte in una materia).


Oggi la formazione può essere concepita in modo profondamente diverso.

La tecnologia permette di implementare una formazione secondo una logica “anytime, anywhere”, su base continua, inserita nel flusso di lavoro quotidiano, aperta ad un immenso patrimonio di conoscenza e rinforzata dal confronto e dalla condivisione tra colleghi.


Essa non sostituisce il confronto in persona, bensì lo integra. Cambia il modo di concepire l’aula, che da unico luogo per la formazione diventa un luogo per il confronto interattivo e il consolidamento delle conoscenze.


In tale contesto il formatore cambia radicalmente il suo ruolo, che da insegnante diventa colui che disegna, implementa e facilita l’apprendimento attraverso percorsi formativi blended (ovvero costituiti da oggetti formativi in diverso formato), personalizzati, coinvolgenti e co-progettati insieme agli stessi discenti.

Le opzioni a disposizione del formatore

Le opzioni a disposizione per la scelta dei formati dei singoli oggetti formativi si possono dividere in due macro-famiglie: formati sincroni e asincroni.

Per formato sincrono mi riferisco a formazione erogata in real-time, dove il formatore e il discente interagiscono nel momento in cui l’argomento viene trattato e indipendentemente se nello stesso luogo o a distanza. In questa casistica troviamo i seguenti format formativi:

– Aula capovolta, o flipped Classroom (lezione frontale dove gli argomenti, precedentemente appresi dai discenti in modalità autonoma, vengono discussi e approfonditi allo scopo di stimolare un apprendimento attivo, pratico e condiviso. L’uso della tecnologia supporta l’esposizione del formatore e coinvolge i discenti).

Classe virtuale , o Virtual Classroom (lezione gestita dal formatore attraverso tools digitali specifici che permette ai discenti di ascoltare, comunicare, condividere e lavorare contemporaneamente su argomenti prescelti, simulando a tutti gli effetti le interazioni che potrebbero avere luogo in un aula fisica).

– Training Room, (luoghi fisici e momenti destinati alla sperimentazione, al confronto e alle pause di riflessione – vedi foto a lato tratto dal progetto “Skills Training Space” – Fondazione Luigi Clerici)


Per formato asincrono si intendono quei formati dove la produzione del contenuto formativo avviene in momenti diversi rispetto al momento in cui viene fruito dal discente. In questa casistica troviamo i seguenti formati, suddivisi per ambito tecnologico:

FORMATI E-LEARNING

– Corsi eLearning
– Quizzes
– Scenari
– Glossari
– Wiki

MEDIA

– Video
– Tutorials
– Podcasts
– Blog posts
– Webcasts

CONTENUTI ACCESSIBILI

– Web Content
– eBooks
– e-Journal
– Flipbooks
– PDFs

DA PIATTAFORME

– Guide “How-to”
– MOOCs
– Microlearning
– Digital Adoption Contents
– e-Library

SOCIAL LEARNING

– Forum
– Micro eLearning
– Online Tutorials
– Webinars
– Learner-generated Media

ALTRE RISORSE

– Checklists
– Infografiche
– Diagrammi di flusso
– Procedure

Questi tools formativi devono essere presi in considerazione prima, durante e dopo l’erogazione dell’intero percorso:
– nella fase di preparazione possono essere impiegati come strumento di verifica delle conoscenze dei discenti e allineamento ai requisiti richiesti
– nella fase di erogazione del percorso formativo si possono alternare auto-formazione ed eventi formativi in persona in modo da combinare fasi di acquisizione di nuove conoscenze e successivo consolidamento delle stesse
– nella fase post-percorso al fine di rinforzare nel tempo le conoscenze acquisite

La combinazione tra formazione sincrona e asincrona indica come progettare un efficace percorso formativo.

Come creare un efficace percorso formativo personalizzato

La definizione di un percorso formativo di tipo blended avviene di norma attraverso lo sviluppo di otto processi, che vanno dalla sua ideazione fino al riconoscimento dell’avvenuto raggiungimento degli obiettivi formativi prefissati. Segue una fase definita di “post-formazione” fatta di momenti di condivisione in persona alternata a quiz e aggiornamenti online piuttosto che risorse formative acquisite attraverso siti di content curation.

1 TARGET E OBIETTIVI. Dobbiamo identificare in modo chiaro gli obiettivi del percorso formativo e il target a cui ci rivolgiamo. Riguardo agli obiettivi, insieme ai responsabili aziendali bisogna stabilire metriche e criteri di successo oggettivi, possibilmente calcolati prima del lancio del percorso e dopo il suo completamento. Riguardo l’audience a cui ci si rivolge sarebbe bene non solo soffermarsi su chi sono ma bisognerebbe delineare un vero e proprio identikit del discente “campione” per acquisire quelle informazioni necessarie per progettare in modo efficace i contenuti formativi (consiglio di usare l’approccio delle user personas in quanto vengono rilevati anche gli aspetti emotivi/comportamentali).

2 MIX E RISORSE. Sapendo di avere a disposizione un corposo mix di formati e risorse dobbiamo comporre il percorso identificando quali di esse (formati sincroni e asincroni) possono essere associati a quali argomenti. Si possono selezionare “prodotti” formativi già pronti, identificare corsi da progettare/realizzare in autonomia e cercare risorse formative dalla rete. Successivamente sarebbe da definire il palinsesto delle uscite in cui è stabilita la sequenza logica e temporale dei diversi contenuti. A seconda del contesto aziendale potrebbe essere utile confrontarsi con l’eventuale corpo docente al fine di condividere un eventuale calendario degli eventi formativi da notificare al lancio del percorso e da aggiornare successivamente.

3 VISUALIZZAZIONE. Questo passaggio è fondamentale in quanto si focalizza sugli aspetti di comunicazione e coinvolgimento dei discenti. In questa fase potrebbe essere utile identificare una metafora guida che identifichi il percorso e su questa costruirci una narrazione ed eventualmente la gamification. Il percorso formativo è prima di tutto una rappresentazione visiva, immediata e attraente del percorso proposto attraverso schemi, presentazioni interattive o infografiche. In questa rappresentazione vengono evidenziati, oltre ai passaggi chiave, i motivi per cui vale la pena dedicare tempo e attenzione ai suoi contenuti; in questo caso ricorriamo al “principio di utilità” focalizzandoci sugli obiettivi esplicitandoli (più il percorso viene percepito come utile dalle persone più avrà successo).

4 REALIZZAZIONE. In questa fase vengono implementate tutte quelle attività necessarie per la predisposizione del percorso formativo. In questa fase è compresa la realizzazione dei contenuti digitali asincroni (corsi e-learning, media, Tutorials, eBooks, ...), la progettazione degli eventi sincroni (formazioni in aula, virtual classroom, training room, …), l’integrazione eventuale con contenuti appartenenti a Digital Learning Platforms esterne, la predisposizione della compagna di comunicazione, il settaggio della piattaforma LMS, e così via.

5 VALUTAZIONE. In questa fase si effettua la sintesi di tutto il progetto individuando tutti quegli elementi che servono per pianificare la “messa a terra” del percorso. Oltre ai contenuti ci si deve focalizzare anche su aspetti legati alle competenze di partenza e all’autoconsapevolezza del nostro target predisponendo un test di autovalutazione su terminologie e concetti base, propedeutici al percorso di apprendimento. L’esito del test rappresenta, di fatto, il punto di partenza dello stesso.

6 ATTIVAZIONE. In questa fase si inizia a rendere pubblica l’esistenza del nuovo percorso formativo e delle modalità di lancio dello stesso. Attraverso attività di comunicazione all’interno degli spazi aziendali (fisici e virtuali) e attraverso newsletter si devono veicolare messaggi finalizzati ad informare e creare attesa. Se possibile, sarebbero da prevedere attività di tipo social che possono essere legate a contest (gamification ) inserendo momenti di condivisione, invito ai partecipanti a mettersi in gioco e a scambiare feedback.

7 LANCIO. Per lancio si intende che a partire da una certa data è per i discenti possibile iniziare il percorso formativo. Tutto quindi deve essere configurato, comunicato e funzionante. A seconda dell’importanza del percorso proposto potrebbe essere interessante predisporre un breve evento in presenza, gestito da coloro che lo hanno richiesto, ideato, progettato e implementato (tra questi, per esempio, il team di L&D coinvolto e i responsabili del business interessati) per dare la definitiva autorevolezza e spinta all’iniziativa.

8 CERTIFICAZIONE. Al termine del viaggio dobbiamo dare evidenza della conquista della meta raggiunta. Ricevere un badge e/o un certificato può essere fonte di gratificazione oltre che essere un oggettivo elemento che attesta le conoscenze acquisite. Tale certificazione non rappresenta solo uno strumento amministrativo ma potrebbe configurarsi come elemento di “garanzia” della professionalità del discente spendibile all’interno dell’organizzazione aziendale in modi differenti (partecipazione a progetti in cui sono richieste certe competenze, tracciamento della crescita professionale, supporto a politiche di avanzamento di carriera, ecc…).

Oltre a queste indicazioni di massima ritengo sia fondamentale un altro ingrediente: il coinvolgimento sin dalle prime fasi dei discenti, sia per ottenere il loro consenso sia per contemplare argomenti e contenuti (magari da loro prodotti) che altrimenti non avremmo mai pensato di includere nel percorso.


– Oggi il formatore ha a disposizione un mix di strumenti e metodi formativi che gli indicano come creare efficaci percorsi formativi, in quanto pensati in funzione dell’argomento, dello stile di apprendimento, del contesto tecnologico, del luogo e del momento in cui il contenuto è fruito.

– I percorsi formativi sono ideati secondo una logica blended, dove la tecnologia è presente sia nei momenti formativi frontali sia nei momenti di auto-formazione. La formazione digitale non sostituisce quella in aula ma la rivoluziona e la integra con sostanziali benefici per il discente.


Nella definizione di un percorso formativo personalizzato aspetti come la consapevolezza, la comunicazione, la bellezza, il principio di utilità e la co-progettazione possono fare la differenza.


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