Il mindset agile e il processo formativo

Negli ultimi anni la rivoluzione digitale ha provocato una serie di cambiamenti in ambito sociale, culturale e lavorativo, dando forma ad un mondo “multilaterale” (il mondo VUCA), dove si è passati da una stabilità permanente ad una instabilità costante.

Ciò ha comportato molti cambiamenti anche nel modo di lavorare e approcciare ai progetti. Fino a pochi anni fa, infatti, si usava il consolidato metodo “a cascata” dove lo scopo e i requisiti funzionali erano certi e ben definiti. Ciò consentiva di dividere il progetto in fasi sequenziali (“in cascata”, appunto) e avere la delivery del “prodotto finito” alla fine dell’ultima fase. Tale approccio aveva (e ha tuttora in molti casi) degli evidenti vantaggi relativi alla pianificazione e al controllo delle attività, mentre risultava essere critico nei casi in cui i requisiti cambiavano in corso d’opera.


Insieme alle nuove dinamiche relative ad un mondo che evolve con estrema rapidità è quindi emerso un nuovo criterio nell’approcciare allo sviluppo di prodotti, criterio che parte dal presupposto che le condizioni di partenza potrebbero rapidamente cambiare e, quindi, per arrivare al prodotto finale che soddisfi i mutevoli bisogni del discente è necessario arrivarci attraverso un processo iterativo e incrementale, con una pianificazione delle attività “adattiva” e un diretto e continuo coinvolgimento del committente nel processo di sviluppo.

L’approccio filosofico che più incarna questa ultima modalità di lavorare è quello Agile. All’interno di questo mindset esistono diversi metodi che, in base al loro ambito funzionale, la mettono in pratica.

Metodi che si ispirano ai principi dell’Agile

L’approccio Agile nel processo formativo

Per quanto mi riguarda, ogni componente del processo formativo – che sia un corso e-learning, un percorso formativo o l’intero ecosistema della formazione – deve essere progettato con il mindset Agile, e questo per una serie di motivi che qui riporto:

– le esigenze dei discenti, piuttosto che gli argomenti trattati, sono di norma soggetti a cambiamenti ed evoluzioni nel breve-medio termine. Si sente il bisogno di flessibilità e continua innovazione.
– essendo la formazione digitale un ambito funzionale poco noto è spesso difficile avere all’inizio specifiche chiare da parte del committente, con conseguente alto rischio di non consegnare un prodotto soddisfacente
– una volta rilasciato il learning object è necessario che vi sia qualcuno (in questo caso il committente o “product owner”) che confermi la bontà del risultato finale e che stimoli i colleghi a fruirne appena possibile.

Per ottenere una formazione efficace che soddisfi i mutevoli bisogni del discente

è necessario attivare un processo iterativo e incrementale,

con una pianificazione delle attività “adattiva” e

un diretto e continuo coinvolgimento del committente nel processo di sviluppo.


L’approccio iterativo/”by doing” permette di essere sempre a contatto diretto e immediato con le persone coinvolte nel progetto, conoscere sempre meglio le loro idee e le loro aspettative, invece di limitarsi ad immaginare quali saranno le loro necessità future. In questo modo il “product owner”, che è esterno al progetto, potrà confermare se il risultato corrisponde alle necessità reali.


Ogni passaggio progettuale, denominato “sprint”, può essere ridefinito in qualsiasi momento e sulla base dell’esperienza (diremmo “il punto di vista” nel caso del Design Thinking) fino a quel momento acquisita.

Questo modo di lavorare si presta molto nel contesto in cui la formazione viene progettata ed implementata in autonomia. Aspetti fondamentali come prototipazione rapida, la centralità dell’esperienza, la responsabilizzazione e il coinvolgimento attivo di tutte le parti coinvolte sono ingredienti essenziali per aumentare le chance di successo di ogni iniziativa.

A titolo di esempio viene di seguito riportato la fase di prototipazione di un corso e-learning implementato con l’applicazione di diversi metodi di tipo Agile (tale fase potrebbe rappresentare uno qualsiasi degli sprints riportati sopra in figura a seconda del livello di “maturazione” del prototipo).

il mindset agile del Design Sprint e il processo formativo.

L’approccio generale raffigurato si riferisce al Design Sprint (sprint di progettazione in cinque fasi con vincoli di tempo, di norma 5 giorni), ideale per realizzare rapidamente un’idea di soluzione e ottenere feedback, oltre alla sostanziale validazione da parte del committente. Con il Design Thinking noi esploriamo a fondo i bisogni del committente e dei discenti favorendo la generazione di idee mentre con l’approccio Lean noi stabiliamo il criterio con cui soddisfiamo i bisogni (valore), costruiamo le cose (ottimizzazione), testiamo le nostre credenze (qualità).

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