Metodi didattici nel modello flipped classroom

Oggi la formazione aziendale può essere erogata attraverso una varietà considerevole di formati didattici, distribuiti opportunamente nei vari “momenti” formativi. Questi momenti sono pianificati in funzione del modello di learning su cui si fonda l’Academy aziendale. Il modello di learning di riferimento di una formazione moderna prende il nome di “flipped classroom” (o “classe capovolta”), e prevede una consistente quota di studio individuale in autonomia (formazione asincrona) con momenti di apprendimento attivo e in real-time in cui i discenti consolidano le conoscenze confrontandosi con altri soggetti (formazione sincrona). Il segreto alla base del successo di un intervento formativo basato sulla flipped classroom consiste nell’applicare sostanzialmente quattro approcci:

a) Il tempo da dedicare alla singola sessione didattica deve essere limitato, al fine di ottimizzare il carico cognitivo del discente e permettere l’interiorizzazione delle nozioni;

b) La somministrazione dei contenuti deve essere ripetuta nel tempo, in modo da mantenere alta l’attenzione sull’argomento e contrastare il decadimento della memoria;

c)  La modalità di somministrazione dei contenuti didattici deve rispettare le caratteristiche e le esigenze dell’adulto che impara;

d)  il bisogno formativo da soddisfare evolve e muta nel tempo, ed è per questo è importante progettare e dosare sapientemente formati didattici online ed in presenza (blended learning), da somministrare in funzione di dove l’individuo si trova all’interno del suo continuum di apprendimento (schema già trattato nel capitolo precedente, nel paragrafo “Approccio tecnico alla didattica”).

Rispetto alla formazione tradizionale, che ha sempre concepito l’intervento formativo impiegando un solo formato didattico (quello in aula), il modello flipped classroom prevede quindi molteplici tipologie di formati didattici – digitali e in presenza – da impiegare in funzione di puntuali obiettivi formativi.

Il formatore esperto è ben consapevole che non esiste una ricetta uguale per ogni occasione; la scelta dei formati, dei canali, e dei momenti di erogazione è, infatti, la risultante di un’attenta analisi di queste “occasioni di apprendimento”, che possiamo dividere in quattro categorie:

•   formale, in cui l’apprendimento avviene tramite la formazione strutturata nel luogo di lavoro;

•   pratico, in cui l’apprendimento avviene tramite l’applicazione dei concetti nel mondo reale;

•   relazionale, in cui l’apprendimento avviene attraverso l’interazione tra pari ed esperti;

•   su richiesta, in cui l’apprendimento avviene nel luogo e nel momento del bisogno.

Nella tabella illustrata di seguito viene riportata la lista contenente i principali formati didattici a disposizione di un’Academy aziendale, con evidenza delle varie modalità di apprendimento e del tipo di competenza che viene sviluppata.

Il modello flipped classroom è ritenuto il più adeguato all’Academy aziendale anche perché gioca un ruolo importante nel quadro della progettazione della “didattica per competenze” (skills-based learning). L’idea di fondo dell’Academy si basa sull’importanza non solo dell’acquisizione dei fatti, idee e concetti, ma soprattutto della loro applicazione nella pratica lavorativa di tutti i giorni, in ambiti anche non convenzionali, trasformando appunto le conoscenze in competenze, e le competenze in capacità. La didattica per competenze, avendo come obiettivo quello di formare persone veramente “capaci” deve combinare ed integrare i seguenti aspetti:

•   il “sapere” (conoscenze)

•   il “saper fare” (abilità)

•   il “sapere come fare” (abilità applicata)

•   il “sapere perché” (metacognizione)

•   Il “generalizzare” e trasferire la conoscenza

Il modello didattico tradizionale promuove sostanzialmente il primo aspetto mentre il modello flipped classroom, grazie alla tecnologia e con le innumerevoli opzioni didattiche distribuite nel tempo, è in grado di sviluppare tutti gli aspetti legati alle capacità mantenendole tali nel tempo.

– estratto dal libro “Academy aziendale: l’ecosistema strategico per lo sviluppo del Capitale Umano, di M. Fiorelli

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